Gilles Deleuze
Abbiamo creduto di trovare l’essenza dell’empirismo nel problema preciso della soggettività. Ma, in prima istanza, si domanderà come definirla. Il soggetto si definisce mediante e come un movimento, movimento di autosviluppo di sé. Ciò che si sviluppa è il soggetto. Questo è l’unico contenuto che può essere attribuito all’idea di soggettività: la mediazione, la trascendenza. Ma si rileverà che il movimento di autosvilupparsi o di divenire altro è doppio: il soggetto si supera, il soggetto si riflette. Hume ha riconosciuto queste due dimensioni, presentandole come i caratteri fondamentali della natura umana: l’inferenza e l’invenzione, la credenza e l’artificio. Si eviterà perciò di dare eccessiva importanza all’analogia spesso rilevata tra la credenza e la simpatia. Non che quest’analogia non sia reale. Ma se è vero che la credenza è l’atto conoscente del soggetto, il suo atto morale, in compenso, non è la simpatia: è l’artificio o l’invenzione, di cui la simpatia, corrispettivo della credenza, è solo una condizione necessaria. In sintesi, credere e inventare, ecco ciò che rende il soggetto un soggetto.
(Gilles Deleuze)