Ingeborg Bachmann
Il deserto, voglio il deserto che occupa i miei occhi e tutti i miei nervi, scorre lentamente nei miei occhi… Scendo giù al mare, sulla spiaggia desolata, ma non resto molto a guardare il mare, torno subito indietro, per non perdere la certezza che lui è ancora lì, fatto di pietra e sabbia, di giallo e biancogrigio. Più avanti lungo la strada si alzano i primi veli, sottili veli di sabbia giallo bruna, sollevati dal vento, non ancora una tempesta di sabbia, ma il primo terribile presentimento che la sabbia è pericolosa, che è bella, che è vuota, che è pura. Si potrebbe continuare a pensare il deserto, ma a ogni chilometro è pronto a divorare l’osservatore, è più forte di tutte le immagini che siano mai entrate nell’occhio.
Traduzione di Anna Pensa
A cura di Clemens-Carl Harle